Di quanto il cuore di Giuseppe Fella sia granata se n’è avuta misura, neanche troppo tempo fa, a Cava de’ Tirreni. Lo sussurrano gli spogliatoi del “Simonetta Lamberti”, a pochi passi dalla dedica - finita sotto una teca di vetro - di Pino Daniele al patron dei grandi concerti, Ciccio Troiano. Peppe in campo dava il massimo per la Cavese, diventando leader tecnico e simbolo prima della squadra di Dino Bitetto e poi di Giacomino Modica. Al fischio finale, magari dopo aver esultato per un gol con i tifosi della Curva Sud Catello Mari, il primo pensiero era prendere lo smartphone e informarsi sul risultato della “sua” Salernitana. Lì, nella città dei portici, dove la rivalità con i supporters del capoluogo si perde nei meandri del tempo, la cosa finiva molto spesso a sfottò. La risposta di Fella era un sorriso. È il suo marchio di fabbrica, quello che ricorda pure lui nel suo profilo social perché «dà fastidio al nemico» e che mostra in decine di scatti con le sue gesta in campo e, soprattutto, gli abbracci alla moglie e all’amatissimo figlio. Ieri pomeriggio, poco dopo le 19, quel sorriso brillava un po’ di più. È la prima cosa che si nota mentre firma il contratto triennale con la sua squadra del cuore.
A 27 anni un ragazzo di Ogliara, uno dei “quartieri”, ha realizzato il sogno della sua vita: difendere i colori della Salernitana. “Una maglia, la sua vita”, a dirla con un coro degli ultras. La chance della carriera dopo aver fatto “cose da pazzi” a Monopoli, ultima tappa di una carriera in ascesa e che, per spiccare il volo, l’ha visto costretto ad emigrare, da giovanissimo, verso Nord. Adesso ha subito una missione: strappare l’occhio del tecnico Castori nei match contro Reggina e Sudtirol in Coppa Italia ed entrare a far parte, a tutti gli effetti, nella rosa granata per la prossima stagione. Potrà tagliare il primo traguardo: diventare il secondo “figlio” della città d’Arechi con il cavalluccio marino sul petto nell’era Lotito-Mezzaroma, tradizione interrotta un bel po’ d’anni fa con Siniscalchi. La maglia granata come una seconda pelle. Il coronamento di un sogno per un attaccante che di gavetta ne ha fatta. Tanta. È partito dai polverosi campi dei suoi quartieri alti, tirando i primi calci con la maglia dell’Ogliarese. Lì scopre il suo fiuto da bomber: leggenda narra che da ragazzino, in un torneo, ha segnato pure un gol a una selezione della Lazio. Lo prende la Cavese per inserirlo nella rosa degli Allievi Nazionali. È fuori quota. Gioca da più piccolo con i più grandi. Al debutto, sul campo in terra battuta di Santa Lucia contro il Crotone, va subito a segno. Del suo talento se ne accorge il Cittadella: lo porta in Veneto, non ancora maggiorenne, e lo inserisce nella Primavera - 5 reti - prima di passare nella stagione successiva all’Avellino. In Irpinia resta poco e viene notato solo quando si fa “sorprendere” all’Arechi per assistere dagli spalti a un match dei suoi beniamini.
La cosa, all’ombra del Partenio, non passa inosservata. Nella stessa stagione, si toglie la soddisfazione col Campobasso di fermare a 23 la striscia di risultati utili consecutivi della Salernitana di Perrone “imbattibile” in Seconda divisione. Le tappe successive sono Brindisi, Melfi, Bassano, Siena, Siracusa: segna, si fa vedere pur giocando più lontano dalla porta ma non esplode. Quindi torna a casa. Scende in serie D, va alla Nocerina: Simonelli, il “prof di Saviano”- che guidò la sua squadra del cuore quando non era ancora nato, nel 1991 - lo riporta più avanti. I risultati sono immediati: gol, giocate e promozione sfiorata. La vera svolta, però, è di nuovo a Cava: Bitetto lo “reinventa” attaccante e coi suoi 11 gol fa volare gli aquilotti fino alla serie C, riconquistata con il ripescaggio. L’anno dopo, Modica ne plasma il talento: altri 11 i gol realizzati. La riconferma sembra scontata ma il nuovo allenatore Moriero, lo “sciuscià” di Ronaldo, preferisce puntare su altri. Lo lascia andare. Il suo nuovo teatro diventa il “Veneziani” di Monopoli, città che ha ringraziato sui social spiegando che avrà «sempre un posto speciale nel cuore». Con il “gabbiano” di reti ne fa 16, segnalandosi fra le migliori seconde punte della serie C. Il resto è attualità: cattura l’attenzione della Salernitana e “fa finta” di non ascoltare le altre proposte dalla B per attendere l’assalto decisivo della “sua” squadra. Giovedi la firma sul contratto. Il sogno coronato di un ragazzo di Salerno dal cuore granata.
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