Un pomeriggio che ha riconciliato con il calcio e con la bellezza dello sport, due ore di adrenalina pura che a Salerno non si vivevano da anni. Nemmeno dopo il doppio vantaggio con il Venezia nella sfida playout di giugno il pubblico ha manifestato un tale coinvolgimento emotivo. Erano novemila, sembravano il triplo per il calore che hanno trasmesso alla squadra dal riscaldamento fino al triplice fischio finale. Il momento più bello del primo sabato di serie B? L’applauso convinto di tutti quando la squadra ha festeggiato sotto la curva, scene d’altri tempi e sorrisi stampati sui volti di chi mai si sarebbe aspettato di vedere uno spettacolo simile e un gruppo già così affiatato, guidato da un allenatore già padrone assoluto della scena e che merita di rivedere i 25mila che possono vincere le partite da soli. Per ora va bene così, giusto che si godano il momento quelle persone che, pochi mesi fa, hanno ingoiato tanti bocconi amari e che non hanno mai trovato nessuna scusa per abbandonare la squadra del cuore proprio quando c’era bisogno di ricompattarsi. UMS, Nuova Guardia, Mai Sola, Salerno Club, Centro di Coordinamento e tutti i gruppi ultras hanno deciso di sposare un nuovo corso proseguendo nella linea di contestazione nei confronti della società (non sono mancati cori contro Lotito e Fabiani da parte di un centinaio di persone), ma mettendo davanti a tutto l’amore per la maglia e la necessità di trasformare lo stadio di casa in quel fortino inespugnabile che fa tremare le gambe a qualunque avversario. “Aiutiamoli, chi vuole fischiare si andasse a vedere la Juventus” il monito di un tifoso in tribuna dopo il pareggio col Pescara, quando la Salernitana è riuscita finalmente a reagire con orgoglio e carattere spinta dalla sua gente, da una curva bellissima e interamente colorata di granata. Le lacrime dopo il gol del secondo vantaggio sanno tanto di liberazione, un mix tra emozione e “sfogo” dopo aver visto tante piazze anche di scarso blasone passeggiare all’Arechi e mortificare sportivamente una città alla quale basta davvero poco per infiammarsi e che merita di divertirsi e di ambire a palcoscenici diversi. “Chi è venuto è stato bene, magari racconterà ad altri cosa si è perso. E vedrete che saremo il doppio già col Benevento. Siamo noi a dover trascinare loro, ma novemila il 24 agosto dopo un’annata disastrosa non sono affatto pochi” ha detto Ventura in conferenza stampa, aggiungendo che “mi emozionerò solo quando rivedrò l’Arechi che conosco, quello pieno già tre ore prima della partita”. Nessun volo pindarico, sia chiaro. Ma, dopo aver visto prestazioni oscene e allenatori inadeguati, finalmente Salerno si gode un pomeriggio di festa, chiuso con lo strombazzare dei clacson e lo sventolio di sciarpe e bandiere. Non sappiamo come andrà a finire questo campionato, ma rivedere lo stadio che canta e i calciatori che baciano la maglia è già un grandissimo punto di partenza. Vi vogliamo così!
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