L'ex allenatore della Salernitana Angelo Gregucci è intervenuto sulle frequenze di Radio MPA per parlare della situazione tecnica e societaria in casa granata. Queste le parole del mister: "Il campionato si è un po' complicato, però c'è ancora speranza. L'obiettivo più importante è comunque il passaggio di proprietà. La nuova società dovrà essere ambiziosa e dovrà fare degli investimenti importanti sul profilo tecnico. L'obiettivo minimo è la partita Salernitana-Cagliari. Penso sia una partita delicata e difficile ma determinante e fondamentale non solo per i tre punti per cercare di proseguire nel migliore dei modi".
Ci sarà una società pronta a investire per una squadra che si trova ultima in classifica?
"Innanzitutto bisogna rimanere attaccati al campionato ma è comunque una società di serie A che ha un pubblico meraviglioso e presente con una spinta terrificante. Chi verrà vorrà di certo salvaguardare questo patrimonio. Mantenere la categoria è difficile e complicato ma è doveroso fare un investimento importante anche perchè siamo in un'epoca in cui non arrivano grandi giocatori dal settore giovanile che a Salerno latita da un pò di tempo".
I risultati e la classifica negativa potrebbero non agevolare il passaggio di proprietà?
"Dalla partita di Cagliari non verranno assegnati solo i tre punti ma anche un entusiasmo e una grande autostima per chi vince, La Salernitana deve tenere duro e non compromettere tutto quell'entusiasmo che può far raggiungere qualsiasi risultato. Ci sono quindi degli obiettivi importanti, la partita di Cagliari per rimanere aggrappati alla classifica e il passaggio di proprietà per poter poi operare nel calciomercato di gennaio. A parte gli allenatori, in serie A ci vuole un patrimonio tecnico più importante".
Si parla di esonero di Colantuono, quanto può servire questo valzer di allenatori?
"Non penso sia colpa dell'allenatore. Il tecnico ha bisogno di tempo per incidere, i risultati nel breve periodo dipendono soprattutto dai calciatori o da un pò di fortuna. Un mese per giudicare un allenatore è troppo poco anche se gli impegni incalzano. Io non penso che serva cambiare allenatore, si sta un pò esagerando in Italia, non ci sono grandi progetti tecnici. Troppo semplice prendersela con gli allenatori quando non c'è progettazione. Se hai un'idea devi continuare con quella e magari morire con quella invece di cambiare 3-4 allenatori".
La rosa della Salernitana sembra quella meno attrezzata, c'è il rischio di arrivare a gennaio quando è ormai troppo tardi?
"Se dovesse perdere altre partite e arrivare con un gap di 20 punti anche l'investitore ci penserebbe un pò di più, se si rimane aggrappati allora potrebbe arrivare con molte più motivazioni. Sulla rosa forse qualcosa manca ma bisogna cercare di recuperare calciatori importanti come Simy, bisogna renderlo funzionale al progetto Salernitana. Bisogna poi attingere dall'esperienza di Ribery e poi bisogna aggrapparsi all'amore che alcuni calciatori come Di Tacchio hanno per la maglia granata. Dopo questo bisogna fare degli investimenti tecnici importanti e spendere dei soldi, speriamo che chi arriverà ne abbia le possibilità. Poi vada come vada, il patrimonio tecnico può tornare utile anche negli anni a venire. L'unica negligenza che vedo da anni a Salerno è il settore giovanile. Nella mia prima esperienza a Salerno c'erano dei dirigenti del settore giovanile molto competenti. Sono usciti calciatori come Molinaro che davano una grossa mano. Sarebbe stato magnifico lanciare giovani di Salerno in serie A, avrebbero avute molte più motivazioni. Questa è una grave mancanza".
Quanto può incidere per un calciatore scendere in campo senza una società, senza un presidente?
"No, fino ad ora la Salernitana ha avuto un direttore e una società. C'è però un'incompatibilità di questa società che deve cedere entro il 31 dicembre. Mi auguro che ciò avvenga anche prima del 31 e che arrivi una società che porti entusiasmo e miglioramenti sul patrimonio tecnico per accrescere la speranza del pubblico salernitano. Il risultato si può anche non raggiungere ma che almeno si possa combattere fino alla fine".
Perchè una piazza come Salerno non è riuscita da prima a trovare un acquirente?
"È un periodo difficile anche a causa del Covid, forse molti imprenditori non hanno le possibilità. A Salerno poi c'è da investire anche sulle infrastrutture per dare la possibilità ai giovani, soprattutto quelli della zona cilentana, di emergere. Come è successo con Molinaro che aveva una grandissima passione per la propria squadra e per il calcio ed è arrivato fino alla Juventus. Rimango comunque speranzoso perchè penso che Salerno sia sempre appetibile per la grande passione che ha verso la propria squadra".
Che ricordo ha di Salerno?
"Meraviglioso. Ho vissuto tante esperienze e mi arrabbio perchè ha grandi potenzialità. Bisogna ripartire da una società che dia strutture e possibilità per i propri giovani. Salerno ti da una mano, spesso spinge la palla in porta da sola ed è un peccato, penso che dei passi in avanti siano stati fatti visto che ora la squadra è in serie A. Bisogna difendere questo patrimonio e spero arrivi un presidente che possa dare gioia ai tifosi che se lo meritano".
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