Se un anno fa ci avessero detto che sarebbero bastati pochi mesi per vanificare il miracolo targato Paulo Sousa e una delle stagioni più belle della storia granata, probabilmente non c'avremmo creduto. Anzi, si percepiva si potesse finalmente aprire un ciclo vincente in una città troppe volte mortificata dal punto di vista sportivo e che ha creduto fermamente nelle promesse della proprietà. Purtroppo il sogno a occhi aperti si è trasformato in un incubo, con responsabilità divise tra varie componenti. Compresa quella parte di tifoseria che invitava i più scettici ad andare a mare, tanto per rinfrescare la memoria. Oggi sarebbe quasi stucchevole tornare indietro nel tempo e ripercorrere le tappe di un fallimento annunciato. Ci limitiamo a ribadire che nessuno è esente da colpe. Iervolino ha chiuso troppo presto i cordoni della borsa prendendo in ritardo decisioni fondamentali, De Sanctis è stato un flop totale nel mercato estivo, Sabatini ha fatto quasi peggio in inverno, Sousa era lontano parente di quello ammirato fino a giugno del 2023 e Liverani non ha avuto nemmeno la forza di rassegnare le dimissioni. Inzaghi, che pure ha fatto i suoi sbagli come certificato dal ko interno con un Empoli modesto, è stato forse il meno peggio. Ed è tutto dire. Per non parlare di questa squadra, atteggiamenti che avvalorano la tesi del patron: troppo diritti, pochi doveri. Possibile che si debba tenere in ostaggio una società con comportamenti indegni? Speriamo passino presto questi due mesi e che tutti, ma proprio tutti, vadano altrove a far danni dopo aver disonorato la maglia granata.

Colantuono ha le caratteristiche giuste per fornire questo tipo di garanzia. E, a proposito del nuovo tecnico, riteniamo che finalmente si stiano prendendo decisioni razionali e giuste. Perchè far tornare Inzaghi e blindarlo in prospettiva futura con il rischio di arrivare a giugno con altre 7-8 sconfitte sul groppone sarebbe stato un controsenso. Perchè Colantuono ha esperienza e carisma per essere un traghettatore intelligente, capace anche di inserire qualche giovane con parsimonia e senza rischiare di bruciarli in un contesto di spogliatoio di quel tipo. E anche il mancato esonero di Sabatini ha una logica. Il ds, al quale auguriamo il meglio e una pronta guarigione, ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare, ha numeri da licenziamento immediato ma è una persona a fine carriera e sarebbe stato indelicato dargli il benservito. Considerando che il campionato è quasi finito e che un direttore sportivo, fino a giugno, ha poco margine d'azione, sarebbe inutile arrivare a decisioni drastiche e ufficiali. Più opportuno salutarsi a bocce ferme, stringendosi la mano e in un clima di serenità, affetto e rispetto reciproco.

Quanto al futuro, le voci di un disimpegno continuano ad essere insistenti e solo la società può sciogliere o alimentare i dubbi. Le parole dell'amministratore delegato dicono tutto e non dicono nulla, qualche abboccamento c'è stato e Iervolino non ha lo stesso entusiasmo di qualche mese fa. Tuttavia, facendo leva sull'orgoglio del patron e sul suo essere vincente in ogni ambito dell'imprenditoria, restiamo speranzosi nel fatto che presto dirà pubblicamente che non lascia. Anzi raddoppia. In fondo basta poco per riaccendere l'entusiasmo della piazza e, al netto degli errori commessi, Iervolino ha le potenzialità per trasformare un insuccesso in un futuro trionfo. La B è il campionato più difficile del mondo ma noi siamo Salerno, siamo la Salernitana. E insieme possiamo ripartire, a testa e con un senso d'appartenenza che va oltre la categoria.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 22 marzo 2024 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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