Se c'è una cosa sulla quale siamo totalmente d'accordo con Danilo Iervolino è la battaglia nei confronti delle normative che regolano i rapporti con i calciatori. Quelli che hanno tanti diritti e pochi doveri e che spesso, con atteggiamenti intollerabili, si ritengono liberi di fare quello che vogliono tutelati da contratti che prevedono vantaggi unilaterali e da ingaggi talmente onerosi da poter accettare senza il minimo problema anche multe salate.

Stiamo leggendo in queste ore che si va verso un nuovo, ennesimo braccio di ferro tra la Salernitana e Boulayè Dia. Attaccante finito ai margini della rosa per proprie negligenze e che avrebbe legato il ritorno in campo per questo finale di stagione ad una serie di condizioni che, in normali contesti lavorativi, un dipendente non potrebbe assolutamente dettare.

Sembra di essere davvero su Scherzi a Parte. Da un lato una società che ha investito oltre 12 milioni di euro per riscattarlo, che garantisce quasi 3 milioni lordi di ingaggio, che gli ha permesso di farsi conoscere al grande calcio dopo anni di anonimato e che, già a gennaio scorso, fu pronta a venirgli incontro per accontentare le sue richieste. Dall'altro un giocatore reduce da un'annata disastrosa, che ha segnato solo 4 reti in una Salernitana retrocessa, capace di trasformare l'ovazione del pubblico in una totale disapprovazione e che, tra mal di pancia, infortuni e lamentele, si è svalutato da solo.

Discorso generale: è tempo che si dia la possibilità alle società (quelle che spendono i milioni di euro) di poter mettere un atleta fuori rosa per giusta causa risparmiando gli stipendi e sentendosi libere di sciogliere ogni vincolo se necessario. E' veramente assurdo che Dia, che deve tanto a Iervolino, a De Sanctis e al popolo di fede granata, debba condizionare una intera stagione vivendola da separato in casa.

O forse è colpa della Salernitana se, al netto dei 16 gol segnati, nessuno ha esercitato la famosa clausola da 25 milioni nè si sia fatto in avanti l'inverno scorso? Certo, il caso è stato gestito male da tante componenti. Tuttavia condividiamo quanto fece Liverani a Udine: dopo l'ennesima manifestazione di insofferenza, era giusto che la piazza sapesse e che la società si regolasse di conseguenza.

Quali sono gli scenari futuri? Le possibilità che torni in campo prima della fine di questa stagione sono obiettivamente pochissime. Tra le parti c'è tensione totale e Iervolino ebbe modo, prima della trasferta di Cagliari, di esprimere faccia a faccia il proprio malcontento. Davanti a tutti, con parole dure e toni decisi. Per i tifosi sarebbe opportuno convocarlo, tenerlo in panchina e farlo riscaldare sotto la curva per ricevere gli "applausi" che merita. 

La certezza è che, nella lotta per non retrocedere, la Salernitana non ha mai avuto a disposizione il suo miglior attaccante e che un dipendente non può avere gli stessi diritti del datore di lavoro. Le prestazioni sono venute meno, gli atteggiamenti non sono piaciuti a nessuno e anche il buon Boulaye (buon attaccante, non certo un campione) ha grosse, grosse, grosse responsabilità.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 16 aprile 2024 alle 20:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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