"Penso che di meglio non si poteva sperare per la Salernitana. Sia a livello di presidenza che sotto l’aspetto della direzione tecnica". Gian Piero Ventura, ex allenatore granata, promuove a pieni voti il nuovo corso dell’ippocampo targato Danilo Iervolino, capace di riaccendere l’entusiasmo, anche con l’arrivo di Walter Sabatini nel ruolo di ds al posto di Angelo Fabiani.
Cosa pensa di questa rivoluzione?
"Ho avuto il piacere di conoscere il presidente, imprenditore con la “i” maiuscola. Una fortuna per Salerno e per la Salernitana. È importante sapere che al di là di come finirà questo campionato, è arrivata alla guida una persona entusiasta, con idee chiare, che farà programmazione, basata su una società solida, che nei prossimi anni potrà essere protagonista".
E su Walter Sabatini, invece?
"La storia parla per lui. Abbiamo un rapporto splendido, siamo sempre stati vicini a lavorare insieme ma non ci siamo mai incrociati definitivamente. Anche in questo caso non si poteva ambire a meglio, e non solo sul piano delle conoscenze, dei rapporti, ma anche delle motivazioni. Credo abbia moltissimo da dare, anche sotto l’aspetto caratteriale, non parla mai a vanvera, se ci crede vuol dire che ha intravisto la possibilità di salvarsi. Direi che la partenza di questa nuova era è arrivata sotto i migliori auspici".
La salvezza resta impresa complicata?
"Non è facile, la situazione è delicata. Nel calcio però mai dire mai, penso al Crotone che è riuscito a recuperare 16 punti di svantaggio all’Empoli qualche stagione fa. Chi meglio di Sabatini può riuscirci. Anche se la posizione di classifica è quella che è e non fa gola a tanti calciatori. Se la metà dei colpi dovessero rivelarsi errati diventerebbe tutto più difficile, ma i presupposti per sperare ci sono tutti, quindici giorni fa nemmeno quelli".
A Salerno ha percepito difficoltà legate alla multiproprietà e al doppio filo con la Lazio?
"Quando sono arrivato era un discorso percepito di meno dal gruppo squadra, anche perché c'era da pensare a come ricostruire un modo di essere, di lavorare, che un anno prima si era perso, dopo esser arrivati a salvarsi solo ai rigori di una finale playout. Dal punto di vista societario c’erano delle difficoltà, ma anche una grandissima disponibilità da parte del club. Non mi ha fatto mai mancare niente. Certo ora presumo che l'entusiasmo sia rinato in città, tra i giocatori, noi siamo stati penalizzati anche dal primo lockdown".
A due anni di distanza pare quasi la stessa situazione.
"Ci ha fermato, non avevamo l’abitudine a star senza giocare tutto quel tempo, ci è mancata la messa a fuoco. Il calcio sta anche ora pagando il conto al Covid. Giocatori fermi, infortuni a non finire, un vero disastro, considerando pure i tanti bilanci in rosso, anche a causa della capienza negli stadi. Penso che 5mila spettatori siano un palliativo, un numero troppo piccolo per le casse delle società".
Fra qualche giorno il derby Napoli-Salernitana, due sue ex squadre.
"Sulla carta la vittoria del Napoli dovrebbe essere scontata. Posso solo fare i complimenti a Spalletti, sta facendo un lavoro importante, è stata la squadra più penalizzata d’Europa tra infortuni e assenze, perdendo giocatori come Koulibaly, Oshimen, Ruiz. E con quei 6 punti persi con Spezia ed Empoli in casa sarebbe secondo..."
E la Salernitana?
"Parliamo di una squadra partita con l’handicap, con una campagna acquisti fatta in fretta e furia, era già difficile in generale per una neopromossa, figurarsi per la Salernitana. L’augurio è quello di potersela giocare, non voglio dire che ce la farà a salvarsi, ma l’andamento di diverse squadre che hanno rallentato lascia speranze. Poi si dovrà essere bravi ad andare oltre la singola partita o il singolo campionato con questa nuova proprietà".
Un ricordo di entrambe le esperienze?
"Penso al Napoli, qualcosa di veramente particolare, un inizio irripetibile. Un solo calciatore tesserato, campionato per noi partito dopo due giornate dopo il fallimento e l’arrivo di De Laurentiis, ma l’esordio con 70mila paganti al San Paolo spiega quello che il Napoli rappresenta per i napoletani. A Salerno ho invece percepito un’intensità particolare, la gente ha un affetto nei confronti della propria squadra e dei propri colori incredibili. Sono rimasto veramente felice della promozione, gioia che i tifosi meritavano da tempo. Credo che ora meritino anche continuità, e penso che Danilo Iervolino gliela possa dare".
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