Solo la tifoseria continua a fare in pieno la propria parte. Ieri, al netto degli scontri all'esterno dell'Arechi (per i quali sono in arrivo sacrosanti provvedimenti), in 15mila hanno cantato fino alla fine sostenendo la squadra del cuore con civiltà e sportività. Nessun coro contro il presidente, nè striscioni di protesta.

Tutt'altro modus operando rispetto agli anni scorsi, quando società che hanno riportato Salerno dalla D a San Siro venivano osteggiate di continuo nel timore che il regolamento vietasse il grande salto. Solo il Centro di Coordinamento, simbolicamente, ha deciso di non esporre gli striscioni. Per il resto un clima mix tra indifferenza e rassegnazione, con il sottofondo assordante della Sud e tanta amarezza quando la squadra, al triplice fischio, è rientrata negli spogliatoi rifiutando ogni confronto.

In tribuna c'era anche il presidente Danilo Iervolino, accolto trionfalmente due anni fa e ora nel mirino della critica. Rispetto al passato, il patron ha scelto la strada del silenzio. Non è, dunque, dato sapere se la Salernitana è in vendita, se allestirà una rosa per risalire subito o se prevarrà la volontà di sistemare i conti e vivere un campionato d'assestamento.

La piazza attende, sperando si possa spiegare il vero motivo delle promesse fatte e poi clamorosamente disattese. Qualche mese fa, l'Italia calcistica ammirava un imprenditore facoltoso e vincente che prospettava una Salernitana in zona Europa, subito dopo le grandi e "mai più ultima". Al punto da trattare Cavani e offrire 25 milioni di euro per Pinamonti. Oggi tanta confusione, voci che parlano di un disimpegno e un Arechi freddo impaurito dall'assordante silenzio. A chi giova tutto questo?

Sezione: News / Data: Lun 22 aprile 2024 alle 16:30 / Fonte: Luca Esposito per TMW
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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