La sconfitta di Empoli è stata una batosta per tutti e ci ha riportato sulla terra dopo il trionfo col Cittadella e la grandissima prova di personalità e qualità col Crotone. La Salernitana, senza alcuni dei suoi elementi migliori e con l'immancabile torto arbitrale, ha pagato a caro prezzo la serata storta di Micai sotto gli occhi del quartier generale granata, al gran completo in tribuna come non accadeva da tempo per dare un segnale tangibile a tutta la tifoseria e ad una squadra che è stata meno amata e sostenuta di quanto avrebbe meritato. Al netto di tutto, però, calendario e classifica danno la possibilità di credere ancora in quel grande sogno che inizia con la prima lettera dell'alfabeto e i veri tifosi della Salernitana, quelli che oggi sarebbero andati senza problemi fino a Trieste se ci fosse stata la possibilità, hanno già ansia a mille da qualche ora. Non si aggrappano a teorie demenziali, a paginette facebook create ad arte per speculare sulla vera passione della gente. Perchè se davvero si pensa che due professionisti e imprenditori come Lotito e Mezzaroma dicano ad uno spogliatoio granitico di perdere appositamente vuol dire che i 2 anni su 101 in A sono anche troppi.

Occorre un salto di qualità generale, che parta isolando questi acchiappa-click che vivono diffamando in attesa di una sconfitta. Il vero tifoso già dopo Empoli non vedeva l'ora di riscattarsi, di rivedere in campo undici magliette granata, di piangere per un gol di Djuric o arrabbiarsi per un errore della difesa. Senza rincorrere dietrologie o rispolverare tormentoni come galleggiamento e noif che avrebbero fatto ridere quelle persone con i capelli bianchi che hanno visto 30 anni di fila in serie C con una mentalità completamente diversa da quella di oggi e che rendeva Salerno un'oasi felice del calcio internazionale a prescindere dalle categorie. Oggi non si può scrivere o parlare in modo propositivo che l'idiota di turno associa l'amore per la Salernitana a chissà quale interesse personale, gente che a stento sa coniugare un verbo ma che si arroga il diritto di giudicare professionisti del settore, calciatori, dirigenti e presidenti. Quelli che, da 9 anni a questa parte, piaccia o no hanno salvato dal nulla la Salernitana. Quelli che hanno permesso di festeggiare il centenario, che partendo da zero hanno stabilizzato i granata in cadetteria risolvendo querelle spinose come manto erboso e cavalluccio. All'epoca si diceva "basta che torna l'ippocampo", oggi la scusa è un regolamento inesistente. E il clima generale non incentiva le nuove generazioni. A chi ama la squadra il compito di tutelarla e incoraggiarla, senza pensare che l'erba del vicino sia sempre più verde.

180 minuti di speranza, da vivere con trasporto emotivo. Venerdì sera si trarranno i bilanci. Nel mentre non costa nulla incoraggiare la squadra, farle sentire l'affetto incondizionato della gente, degli ultras, della provincia, della tifoseria organizzata, anche della stampa salernitana che dovrebbe rivendicare un maggiore senso d'appartenenza. Sarebbe quello il vero scoop: vedere tutti uniti, come un tempo. Almeno per le prossime due partite. Si arrivasse ai playoff - prima volta nella storia- sarebbe già un segnale molto forte. Perchè se vuoi galleggiare non ti ritrovi ottavo a fine campionato. E allora....forza Lotito, forza Mezzaroma, forza Micai, forza Djuric. C'è bisogno di tutti per crederci ancora, per zittire chi ha già lo spumante in frigo se segnasse il Pordenone, per consentire alla Salernitana di giocarsi per davvero la serie A dopo 23 anni. Forza granata!

Sezione: Editoriale / Data: Lun 27 luglio 2020 alle 13:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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