È stata la mano di Dia. La Salernitana acciuffa un pari che fa classifica, un punto pesantissimo per la corsa salvezza, poi nel derby con il Napoli è ancora più pesante. La squadra di Paulo Sousa ha dimostrato di avere carattere e gioco. Di sapersi difendere e colpire al momento giusto. Rovinare la festa ai futuri campioni d’Italia è un bello scherzetto, ma da qui a festeggiare come se si trattasse della coppa del mondo ce ne passa. Ci vuole stile, perché un pari in un derby che, seppur sentito, non vale un trofeo in bacheca. La storia, non solo calcistica, tra Salerno e Napoli è la seguente: Il Napoli si appresta a diventare campione d’Italia per la terza volta nella storia; la Salernitana presto conquisterà con merito la seconda salvezza consecutiva. Tra l’altro aggiungiamo che la Salernitana ha avuto la fortuna che un imprenditore napoletano investisse nel club dopo Lotito, altro presidente non salernitano, come Aliberti, giusto per citare qualche nome.  E allora francamente era l’occasione giusta per festeggiare la campania calcistica che raggiunge il punto più alto della storia. Il Napoli come la Salernitana. Bisogna dire che la squadra granata ha meritato il pari al Maradona, ma quella frangia che ha festeggiato come se fosse lo scudetto di cartone hanno perso 10-0. Così come quelli del comunicato sulle bandiere azzurre da non mettere sul balcone. Ebbene, se non si cresce in mentalità, non si vincerà mai. Al massimo si potrà festeggiare un pari nel derby come se fosse la Champions League…di cartone !

Sezione: Editoriale / Data: Mar 02 maggio 2023 alle 00:00
Autore: TS Redazione
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