Una partita che non si doveva giocare, una sconfitta per le istituzioni sportive che si affannano ogni estate a parlare del "campionato degli italiani" offrendo poi spettacoli indegni anche di una terza categoria o di un torneo tra amici. Quando una squadra che deve salvarsi affronta un top team senza tredici giocatori e senza che nessuno pensi di rinviare presupponendo - con tutti gli scongiuri - che i negativi di oggi potrebbero essere positivi dopodomani, è una sconfitta per tutti. Alla faccia del buonsenso, dei proclami e della tanto sbandierata regolarità del campionato. Oggi c'erano 2500 spettatori, meritevoli di rispetto e di rimborso. C'è gente che ha preso freddo, che ha macinato chilometri e ha speso tanti soldi per assistere ad una sorta di allenamento a porte aperte, in un clima surreale e con Lazzari che ha esultato in modo sfrenato dopo aver saltato un ragazzino della Primavera. Immaginate se fosse accaduta una cosa del genere per uno scontro diretto con Spezia e Genoa. E' vero che la pandemia è pericolo dietro l'angolo per tutti e che "oggi a me, domani a te", ma cambiare protocolli settimana dopo settimana e addirittura scavalcare le autorità sanitarie è un qualcosa di inaccettabile per il massimo torneo italiano di calcio. Ne ha approfittato Lotito a cui, come recita uno spot pubblicitario, evidentemente piace vincere facile. L'ex patron non ha perso occasione per fare polemica, forse una mezza dichiarazione d'affetto e di solidarietà poteva essere un bel gesto dopo anni di punzecchiature e dichiarazioni censurabili.

Molto belle, invece, quelle del neo patron Iervolino, accolto da un coro e da uno striscione d'affetto ma che forse meritava uno stadio più pieno. Capiamo perfettamente la presa di posizione degli ultras, meritevoli di assoluto rispetto. Ma la prossima gara interna è con lo Spezia e siamo a cospetto di un bivio: questioni di principio o la salvezza della Salernitana? Al netto di questo record incredibile di sconfitte casalinghe (sei su sei per Colantuono, senza fare nemmeno un gol!) riteniamo che il fattore "dodicesimo uomo" debba fare la differenza, specialmente nei match contro i liguri e con Cagliari, Udinese, Bologna e Venezia che mettono in palio punti di vitale importanza. Dicevamo di Iervolino. Una conferenza in grande stile, che ha fatto parlare i media di tutt'Italia. Una strada anche in discesa, visto che c'era tanta voglia di "liberazione" che il successore dei "romani" sarebbe stato acclamato a prescindere. Ma stiamo parlando di un uomo di spessore, di cultura e che, pur con qualche dichiarazione che non abbiamo condiviso (un neofita del calcio non può fare alcune tirata d'orecchie a dirigenti che stanno in questo mondo da 40 anni e hanno vinto campionati), ha riacceso l'entusiasmo. 

Ora, però, ci aspettiamo i fatti. C'è bisogno di tempo per realizzare tanti progetti, ma da un dirigente come Sabatini e con un budget del genere è lecito auspicarsi che i colpi siano ben più di cinque ed entro il derby col Napoli, altrimenti si giocherà ancora in totale emergenza. Di nomi ne circolano tanti. Oggi all'Arechi c'era l'agente di Sepe, portiere che prenderebbe il posto di un Belec ancora una volta in difficoltà. Laurini e Falco sarebbero giocatori importanti, che colmerebbero lacune palesi. Mancherebbero, poi, due centrali difensivi, due centrocampisti, un esterno in grado di saltare l'uomo e una punta se, come pare, andasse via Simy in direzione Monza. Una rivoluzione in piena regola, ma anche un bel banco di prova per chi è stato acclamato ancor prima di essere ufficializzato e ha competenze, mezzi, personalità, professionalità, carattere, conoscenze ed esperienze per scrivere la pagina forse più incredibile della storia, tale da aprire scenari futuri inimmaginabili. E allora macte animo, Salernitana! E' finita si dice alla fine!

Sezione: Editoriale / Data: Dom 16 gennaio 2022 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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